Definita dallo storico Gregorovius una delle piazze medievali più belle d’Italia, rappresenta il nobile centro cittadino sin dall’epoca romana e ci espone il Duomo, il Palazzo del Capitano, il Palazzo del Popolo ed il Palazzo dei Priori. Essa poggia le sue fondamenta su una serie di grandi cisterne a più vani, tuttora ben conservate e visitabili, le quali, oltre a costituire un’enorme riserva idrica, avevano molteplici funzioni: sostruzione, drenaggio e contenimento delle acque, che da sempre hanno creato problemi di stabilità al colle.
Le due grandi cisterne collocate al di sotto della Piazza del Popolo, rispettivamente in corrispondenza del lato est e del lato ovest, costituivano il perno del sistema idrico della città antica ed avevano l’altrettanto importante funzione di sostegno del foro sovrastante. Le cisterne presenti sotto il lato est, non visitabili, sono suddivise in 12 ambienti e furono rinvenute nel 1262 in occasione dei lavori di ripavimentazione della piazza, come ricordato in una cronaca locale del XVI secolo. Le cisterne del lato ovest, accessibili al pubblico da via del Monte, sono invece state rintracciate casualmente nel 1996 durante lavori di restauro di un locale commerciale (una tabaccheria ancora esistente). Sono anch’esse suddivise in 12 vani secondo lo schema delle camere parallele comunicanti a pianta rettangolare. Il duplice complesso, databile nella seconda metà del I sec. a.C., venne eretto contemporaneamente scavando una enorme quantità di terreno ed utilizzando la medesima tecnica costruttiva: entrambi i manufatti poggiano infatti su una piattaforma in opera cementizia resa impermeabile con un composto di materiali fittili e malta grassa. Sulla base si innestano le mura perimetrali e quelle divisorie fra i vani, anch’esse in opera cementizia, realizzate con successive gettate contro terra e con il sostegno, verso l’interno, di casseforme lignee di cui sono visibili le tracce in forma di fasce orizzontali. La copertura è costituita da volte a botte in calcestruzzo al centro delle quali si aprono pozzetti di aereazione ed attingimento. Il pavimento è in coccio pesto ed in alcuni ambienti si possono notare tracce delle impronte di calzature chiodate probabilmente riferibili alle maestranze che realizzarono l’imponente opera. La loro lunghezza complessiva è di 48 metri per un’altezza di circa 7 metri. A pieno regime ciascuna struttura poteva contenere circa 2500 metri cubi di acqua, destinata agli usi pubblici della città, tramite un sistema di alimentazione misto, attraverso le aperture dei pozzetti delle volte nei quali era convogliata l’acqua piovana e tramite l’adduzione di acque sorgive dalla sommità del colle.
Per un decennio la cisterna è stata visibile solo dal boccolaio del pozzo all’interno della tabaccheria, illuminato e protetto da un vetro antisfondamento a cura dei proprietari. In seguito il Comune di Todi e la Soprintendenza Archeologica di Perugia completarono il recupero e la valorizzazione di questo inestimabile patrimonio sotterraneo. Di recente un progetto di ulteriore valorizzazione è stato realizzato per offrire un tour all’interno più suggestivo, grazie anche alle installazioni di Fabrizio Plessi.